Partito ufficialmente il 6 luglio, l’Indice nazionale dei domicili digitali (INAD): un registro in cui i cittadini possono scegliere se iscrivere (in modo del tutto gratuito utilizzando SPID, CIE e CNS) il proprio domicilio digitale associato a un indirizzo Pec personale.
Possono eleggere il proprio domicilio digitale:
– le persone fisiche che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età;
– i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della legge n. 4/2013;
– gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione nell’Ini-Pec.
Tale iscrizione consente di ricevere le comunicazioni con valore legale da parte della Pubblica Amministrazione: rimborsi fiscali, accertamenti, detrazioni d’imposta e multe verranno notificate in tempo reale sulla posta elettronica certificata dei cittadini. Solo nel caso in cui il cittadino abbia indicato un indirizzo Pec su Inad, la P.A. potrà utilizzare quel recapito certificato per inviare le comunicazioni.
L’iscrizione a Inad è volontaria e non obbligatoria, infatti per chi non ha una pec o la possiede ma non si registra continuerà ad arrivare la “classica” raccomandata a casa.
Iscriversi, è semplice e veloce, basta collegarsi al sito www.domiciliodigitale.gov.it e seguire la procedura indicata.
L’Associazione Italiana Consumatori (A.I.Con. APS) ritiene che questa modalità di ricezione delle comunicazioni da parte della P.A. sia particolarmente vantaggiosa per il cittadino sia sotto il profilo della dematerializzazione, sia perché si scongiurano i rischi di ritardi o problemi relativi al mancato recapito.